Il Toro è arrivato! La rampante scultura realizzata dall’artista veneziano Guerrino Lovato da stamattina campeggia all’entrata del Canal Grande ricordando ai veneziani e agli ospiti che il Carnevale è iniziato. “Abbiamo scelto il Toro come icona della forza, della fortuna e della fertilità, ovvero i valori simbolici legati a questo animale dalla tauromachia delle varie culture,”- ha sottolineato Davide Rampello, direttore artistico del Carnevale che poi ha aggiunto- : “il Toro vigilerà sul nostro Carnevale fino a Martedì Grasso, giorno in cui verrà bruciato al termine della Vogata del Silenzio. E chissà… forse le ceneri che si alzeranno sulla città saranno un elisir d’amore.”
Un falò quello di Martedi Grasso totalmente eco-friendly visto che la struttura in legno è stata realizzata da Guerrino Lovato, insieme ad un gruppo di artigiani macedoni, con materiali totalmente naturali provenienti dalla nostra laguna, tra cui arelle di cannicciato e 360 mq di erica filata. “È la mia diciottesima scultura, anche questa creata per essere bruciata”, ha confermato orgogliosamente Lovato.
Un’immagine forte quella del Toro che sembra anche esorcizzare il freddo. “Questo Carnevale , – sottolinea Piero Rosa Salva, Presidente della Venezia Marketing & Eventi –, – è più basso rispetto agli anni scorsi e quindi fa più freddo. Il Toro, in quest’anno olimpico, è un po’ come il nostro braciere, il filo conduttore che ci guiderà per tutta la kermesse.”
Dal punto di vista della tradizione ricordiamo che la scelta del Toro vuole recuperare una delle più antiche feste veneziane legate alla storia della città e al Carnevale stesso. Per secoli infatti il patriarcato di Aquileia donava annualmente a Venezia un toro, 12 pani e 12 porci da usarsi per uno spettacolo pubblico. Era questo il pegno che Aquileia doveva pagare alla Serenissima per aver osato occupare Grado nel 1162, poi prontamente riconquistata dai veneziani. E così per secoli nel giorno di Giovedì Grasso in Piazza San Marco si realizzava una tauromachia veneziana: “Il sacrificio del Toro” in cui il Corpo dei Fabbri, che si erano distinti nella liberazione di Grado, aveva il privilegio di “tagliare la testa al toro”.